Vi siete mai chiesti perché alcuni gatti abbiano le strisce o delle macchie, e quali siano i “responsabili” della colorazione del loro manto? Ebbene, una ricerca scientifica molto recente conferma che la determinante alla base della tinta del manto è una serie di geni del DNA felino.
Frutto di una lunga analisi da parte di un team di ricercatori della Stanford University, in collaborazione con i colleghi dell’Hudson Alpha Institute of Biotechnology di Huntsville, gli analisti sono riusciti a isolare le caratteristiche genetiche che definiscono il manto del gatto, individuando un gene di origine preistorica quale principale fattore scatenante. Quando il gene è presente in due copie, genera striature e macchie tipiche del micio. Quando invece è singolo porta a striature nette, simili a quelli dei grandi felini che abitano la foresta: leopardi, tigri, ecc.
In ogni caso, il tema è ben più complesso di quanto sopra possa apparire, considerando che il pattern classico è molto più diffuso rispetto a quello a un solo gene, ma che ancora la scienza non è riuscita a comprendere il perché. Tra le ipotesi più ricorrenti vi sono le ragioni di natura ambientale, che renderebbero questa colorazione più funzionale e più attrattiva: le strisce classiche sembrano infatti essere più gettonate di un manto più “complicato”.
Secondo quanto affermano i genetisti che hanno collaborato alla ricerca, occorreranno ancora alcuni anni per comprendere il fattore “funzionalità” delle striature. In altre parole, nonostante il gatto sia un animale studiato e conosciuto da millenni, il micio non ci ha ancora rivelato tutti i suoi segreti, ben celati da un istinto millenario.
Voi che ne pensate? Avete delle preferenze in merito al colore e alla tipologia del manto? Preferite le strisce o le macchie? Fateci sapere cosa ne pensate tra i commenti di questo articolo e, se vi è possibile, inviateci delle foto dei vostri gatti!
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