Scopri tutto sul gatto Bombay, il gatto pantera!
Gatto Bombay: storia e orgine della razza
Questa razza di gatto ebbe origine da un’allevatrice americana del Kentucky, che sognava da tempo di avere in casa un animale selvatico, magari una pantera.
Siccome era un’esperta di gatti ed era solita vincere ogni anno molti premi e riconoscimenti, le venne l’idea di creare un “gatto-pantera”.
Nel 1958 l’allevatrice incrociò un gatto comune di colore nero con un Burmese zibellino ma i risultati iniziali furono deludenti: i gatti non erano di taglia piccola, avevano il pelo troppo lungo e occhi pallidi, non giallo oro come le pantere.
Allora accoppiò uno Shorthair americano nero con gli occhi dorati con un altro Burmese zibellino e ci fu un’altra delusione.
Incrociando il suo più bel Burmese zibellino con una Shorthair americana, sorella di un suo gatto vincente da esposizione e non perdendosi d’animo, cucciolata dopo cucciolata, dopo anni di infruttuosi accoppiamenti finalmente riuscì nel suo intento, creando gattini neri come il carbone, piccoli e con gli occhi d’oro.
Chiamò questa razza “Bombay” come la città indiana. Nel 1976 ci fu la vera consacrazione del Bombay, e la razza, dopo essere stata presentata alle mostre, fu riconosciuta.
Ottenne inoltre moltissimi riconoscimenti. Ancora oggi è considerata una razza rara e molto prestigiosa.
Gatto Bombay: caratteristiche e morfologia
Il Bombay è un gatto dal mantello liscio e lucente, corto, color nero cenere. Il corpo è privo di rotondità, senza un filo di grasso, robusto e possente.
Gli occhi possono essere dorati, aranci intensi, giallo oro e sono sempre di un’espressività sorprendente.
Questo micio somiglia in tutto e per tutto a una pantera, in miniatura. In Italia questa razza non è molto diffusa, in altri paesi invece è apprezzata.
Il Bombay soffre molto il freddo e l’umido e durante l’inverno non dovrebbe uscire mai di casa, per evitare gravi malattie.
Il Bombay non è molto prolifico, due o tre gattini per ogni cucciolata è la media.
Spesso nelle cucciolate vi è anche un Bombay zibellino, anche se ciò porta all’esclusione dalle mostre.
Gatto Bombay: cure e salute
Prendersi cura di un gatto di questa razza non è difficile. Non servono pulizie e spazzolature speciali del mantello, tranne nel periodo della muta.
Per garantirne la lucidità va lisciato quotidianamente con un guanto di pelle di cammello. Se compaiono peli bianchi o d’altro colore, vanno rimossi.
Il Bombay è piuttosto vorace, non deve ingrassare troppo. E’ un gatto di media grandezza, ben fatto.
Il corpo è tarchiato ma non massiccio. Le gambe sono corte con piedini piccoli e tondi.
La coda è media, con una punta arrotondata, senza nodi. La testa è tonda, simile a quella del Burmese.
Il naso e le orecchie sono medi, la punta delle orecchie arrotondata, distanti fra loro.
Il colore deve essere essenzialmente nero, senza macchie bianche o d’altro colore o tonalità marroni.
Cuscinetti plantari, naso e orecchie (all’interno) devono essere grigiolini, mai rosa.
Gatto Bombay: carattere e psicologia
Al contrario delle vere pantere, questo gatto è dolce e affettuoso, un vero pacioccone, da e cerca coccole. Detesta però i rumori forti.
Il Bombay è un gatto d’appartamento. Docili con le persone, i Bombay tendono a dominare con altri gatti. E’ un gatto un po’ pigro, dorme molto.