Il gatto del Bengala (codie EMS: BEN) appartiene alla categoria dei gatti a pelo corto e somali, conosciuto anche come gatto leopardo, Bengalese o Bengal, è una razza felina riconosciuta dal 1991 ed è stata ottenuta grazie all’incrocio tra esemplari di gatto domestico con gatti selvatici, rispettivamente delle specie Felis Bengalensis e Prionailurus bengalensis.

Gatto del Bengala: storia e origini

È l’unica razza, tra i gatti domestici, ad avere sangue selvatico nelle vene.

Nasce dalla realizzazione di un sogno: quello di possedere un gatto con il mantello maculato, tipico dei felini selvatici ma con il carattere e la docilità di un esemplare domestico.

I primi incroci risalgono al 1963 quando una femmina di Felis Bengalensis (il leopardo asiatico) casualmente acquistata si accoppiò con un gatto domestico nero.

Questi primi tentativi non ebbero un seguito immediato; bisogna aspettare fino alla fine degli anni Settanta per vedere rinascere l’interesse verso l’allevamento di questi gatti.

Otto fattrici ibride di prima generazione vennero ripetutamente accoppiate con l’American Shorthair, ma per acquisire la tipologia furono utilizzati anche gatti di altre razze come il Siamese e il Burmese e vennero curati, in modo speciale, gli accoppiamenti con l’Egyptian Mau per il suo particolarissimo mantello.

La razza venne battezzata “bengal” per enfatizzarne le origini esotiche e nel 1991 è stata riconosciuta ufficialmente.

Carattere del Gatto del Bengala

Questo felino si riconosce subito: amante dell’acqua, mantello caratteristico da leopardo.

E’ grazie a Jean Sudgen che decise di accoppiare il suo gatto leopardo asiatico con un gatto domestico, per ammansire la razza, e al Dr. Centerwall, il quale studiò la leucemia virale felina a seguito di questo particolare incrocio, che la specie si consolidò.

Coccolone, vivace e amante della compagnia, anche se il carattere è da scoprire piano piano.

Il carattere del gatto del Bengala non rispecchia le sue origini selvatiche: dolce, intelligente, affettuoso e leale.

Molto curioso e attivo, va molto d’accordo con l’uomo e con altri animali conviventi, anche se con i bambini è meglio stare attenti, e può stare anche in appartamento a patto di mettergli a disposizione giochini e uno spazio tutto suo.

Come tutti i mici, ha l’istinto da predatore e ama da morire arrampicarsi, stare in alto e cacciare, come il cugino leopardo.

Soffre la solitudine, quindi meglio non lasciarlo troppe ore da solo. Se da cucciolo lo si abitua a pettorina e guinzaglio, l’esemplare si farà guidare senza problemi.

Gatto del Bengala: caratteristiche, cure e salute

Gatto del Bengala: caratteristiche e cure

Il gatto del Bengala ha una caratteristica su tutte: il suo mantello maculato da leopardo. Ha un fisico robusto e muscoloso, dalla forma allungata, di taglia grande e potente.

Il peso si aggira sugli 8 o 9 kg se maschio, circa sui 6 kg per la femmina. Altre caratteristiche sono il mento e cuscini dei baffi, la coda tozza con punta nera arrotondata e occhi grandi a mandorla di diverso colore.

Le tinte del mantello sono varie e curiose: il gatto del Bengala Sorrel ha una base dal giallognolo all’arancio-rossastro, macchie marroni, cioccolato o cannella, e occhi verdi o gialli; il Seal Linx Point e il Tabby Seal Mink Sepia sono detti anche “delle nevi”.

Alla nascita ha un mantello molto chiaro e le prime striature compaiono dopo alcune settimane, solo dopo un anno e mezzo si raggiunge l’aspetto definitivo.

Il manto, essendo un micio dal pelo corto, non serve spazzolarlo spesso, solo durante la muta, e bisogna pulirgli le orecchie ogni tanto.

Gatto del Bengala: allevamenti e prezzo

Gatto del Bengala: alimentazione

L’alimentazione di un gatto del Bengala è la nota dolente, perché ha uno stomaco delicato: meglio orientarsi su pollo crudo o carne cruda non grassa, evitando latte e derivati.

Si possono comprare le scatolette di cibo in scatola, ma meglio senza conservanti.

Gatto del Bengala: prezzo

Il prezzo di un gatto del Bengala è veramente elevato, perché si arriva addirittura a 2.500 Euro: il costo è legato al lavoro di selezione della razza e del tempo, delle energie e del denaro che gli allevatori seri hanno investito per garantirne la purezza e la salute dei cuccioli.

Allevamenti di Gatti del Bengala

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